Le scriventi, auspicano che la S.V. non voglia ostinatamente perseverare nella applicazione di tale anacronistica quanto ingiusta disposizione, riservandosi ogni attività finalizzata alla tutela dei propri associati.

OGGETTO: Comunicazione della malattia. -

Al Dirigente VIII Reparto Mobile - SEDE

e, per conoscenza

Alla Segreteria Nazionale SIULP - ROMA

Alla Segreteria Nazionale SAP - ROMA

Alla Segreteria Nazionale SIAP - ROMA

Con non poco stupore e con forte disappunto le scriventi O.S. si vedono costrette – in rappresentanza dei propri associati – a prendere atto del fatto che, nonostante in diverse forme (anche per iscritto – vedasi nota SAP del 19.03 us), sia stato ad Ella rappresentata e motivata contrarietà rispetto a quanto previsto e disposto dalla S.V. con nota del 16 marzo us, recante come oggetto “comunicazione della malattia – disposizioni di servizio”, tali disposizioni sono state rimarcate con nota n.ro 5546/AA.GG./2.68/2018 del 11.04 us.

Se è vero come è vero che l’art.61 DPR 782/85, da Ella richiamato, recita “Il personale della Polizia di Stato che per ragioni di salute non ritenga di essere in condizione di prestare servizio deve darne tempestiva notizia telefonica al capo dell’ufficio, reparto o istituto da cui dipende” è altrettanto vero che tale previsione, nel corso dei 33 anni trascorsi dalla data di emanazione, ha trovato ovunque applicazione ben diversa da quella che Ella ritiene adottare presso il Reparto di cui è dirigente.

Ciò, a parere di chi scrive, perché questi 33 anni che sono trascorsi hanno profondamente cambiato l’Amministrazione della Polizia di Stato e, seguendo il buon senso, si è cercato di darne ovunque applicazione ben più flessibile e razionale. Nel merito, comunque, occorre sottolineare che la S.V. prevede che un dipendente che “non ritenga di essere in condizione di prestare servizio” (e ciò può essere determinato dai più disparati motivi connessi con ragioni di salute) debba avere l’onere di chiamare (e ciò accade nel concreto) reiteratamente l’ufficio fino al momento in cui non avrà la fortuna di riuscire a contattare il Funzionario il quale dovrà preoccuparsi del “tanto nobile quanto qualificato” compito di annotare tale comunicazione per provvedere, poi, alle incombenze di Istituto connesse con l’assenza del dipendente.

Tutto ciò, a meno di voler negare l’evidenza, è assolutamente farraginoso poiché costringe una persona che si trova in condizioni di salute cagionevoli (e ciò significa che lo stesso potrebbe essere in qualsiasi condizione di salute) deve spendere i propri soldi per effettuare una serie di chiamate al Reparto di appartenenza nella speranza di poter trovare libero - e quindi di poterci parlare - il Funzionario che, ovviamente e fortunatamente, è oberato da ben altre e più qualificate attività.

Tutto ciò assume toni ridicoli e per tale motivo inaccettabili anche perché – per quanto è dato sapere – hanno addirittura determinato l’avvio di contestazioni per addebiti disciplinari avverso dipendenti che non si sono potuti attenere in maniera scrupolosa a quanto disposto. Molto più semplice, sia per l’Amministrazione che per il dipendente che si trova in cagionevoli condizioni di salute, sarebbe, come accade ovunque e come da sempre accadeva anche presso il Reparto che Ella dirige, che lo stesso contatti il centralino del Reparto ovvero il Corpo di Guardia o, comunque, qualsiasi altro ufficio che operi h.24, e dia comunicazione della propria malattia demandando, poi, a chi ha ricevuto la chiamata (che chiaramente si trova in servizio e non a casa se non addirittura in nosocomio in cagionevoli condizioni) l’onere di fornire tale comunicazione al Funzionario preposto.

A parere di chi scrive, e non solo, il disposto dalla S.V. in tale provvedimento non tiene in alcun rispetto e considerazione la difficoltà del dipendente che si trova impedito da motivi di salute tant’è che va ad attribuirgli oneri quali, come detto e per mero esempio, dover spendere propri soldi per numerose telefonate finalizzate alla ricerca del momento opportuno in cui possa interloquire direttamente con il Funzionario anziché potersi dedicare alla propria salute.

Premesso quanto precede le scriventi, auspicando che la S.V. non voglia ostinatamente perseverare nella applicazione di tale anacronistica quanto ingiusta disposizione, riservandosi ogni attività finalizzata alla tutela dei propri associati, in attesa di formale riscontro, inviano cordiali saluti. -

Firenze, lì 11 aprile 2018

SIULP Firenze - SAP Firenze - SIAP Firenze

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