Il 13 gennaio del 2013, quattro colleghi della Squadra Nautica di Talamone (GR) si distinsero durante le operazioni di salvataggio dei naufraghi della Costa Concordia.
I quattro colleghi, giungendo primi sul posto, riuscirono a mettere in salvo numerose persone operando sul lato di dritta della nave, stretti tra terra e lo scafo che si stava inabissando.
Tutti gli hanno riconosciuto evidenti doti di coraggio ed abnegazione con rischio della vita, infatti, al momento, nessuno poteva immaginare che la nave si fermasse adagiata su un costone di roccia.
Persino l’allora Questore di Grosseto propose per i quattro la promozione per meriti speciali.
Il Ministero, invece, derubricò tutto in sede di Commissione per le ricompense come mero dovere di Istituto, elargendo ai colleghi un semplice encomio.
In particolare la Commissione sbrigò la pratica con la seguente motivazione “visti gli atti ed al termine di un approfondito esame dell'intera documentazione inviata ritiene alquanto sovradimensionata la proposta in quanto ritiene che l'attività espletata e risultati conseguiti non presentino quei particolari connotati di specialità tali da giustificare l'attribuzione del riconoscimento richiesto”.
Evidentemente al Ministero c’è qualcuno che considerano il naufragio della Costa Concordia ordinaria amministrazione. Oltre il danno la beffa, tutto il personale intervenuto quella sera tra Vigili del Fuoco ed altri, pur essendo rimasti a distanza di sicurezza ed operando sul lato rivolto sul mare aperto sono stati premiati in maniera più consistente.
Il TAR Toscana, cui tre dei quattro colleghi si rivolsero per contestare tale decisione ministeriale, ha disconosciuto le motivazioni della Commissione riguardo al fatto ed ha riconosciuto che gli stessi si sono trovati ad operare in condizioni eccezionali ed in impellente pericolo di vita, intimando al Ministero di riformulare il giudizio.
Pertanto il SIULP Grossetano esprime estrema soddisfazione per l’esito della vicenda ma rimane l’amarezza che i diritti dei poliziotti debbano essere riconosciuti sempre più spesso da un Giudice e non dal Ministero che ci amministra.
Ci auguriamo altresì che la questione finisca qui, con il giusto riconoscimento ai colleghi interessati, senza che siano costretti ad una estenuante battaglia legale che li vedrebbe, a nostro modesto parere, comunque vincitori.
Grosseto, 2 maggio 2015 La Segreteria Provinciale