Mentre il Governo abdica allo Stato di diritto le Forze dell'Ordine continuano ad essere in sofferenza soprattutto nelle piccole realtà con buona pace anche delle Istituzioni locali.

 

Oggi, ma già da qualche tempo, con grande contrarietà e amarezza prendiamo atto che l’attuale coesione di Governo, votata a grande maggioranza dagli italiani, dopo una intera campagna elettorale basata sulla sicurezza, ricorrendo alle ronde, dopo l'Esercito nelle strade,  mostra invece davvero il segno del degrado civile, oltre che culturale e politico.

Un fatto molto, molto preoccupante.

Assistiamo a tutta una propaganda politica, strumentalizzazione politica, mentre i problemi della sicurezza rimangono irrisolti dimenticando, volutamente (?), il fatto che si possono risolvere attraverso il rafforzamento delle forze di polizia, attraverso un vero coordinamento, attrezzature migliori, nuovi mezzi e nuove funzioni che vanno loro attribuite.

Invece si ricorre ad espedienti, come le ronde, che non hanno precedenti nel mondo civile e che sono frutto, spesso, della irresponsabilità della politica e di rappresentanti delle istituzioni, con il risultato che ogni giorno stiamo assistendo a fatti davvero pericolosi, di cui il Governo deve assumersi la responsabilità.

Le ronde stanno creando molti più problemi di quanti dovrebbero risolverne. 

Mentre ci si aspettava l’inizio della discussione sul coordinamento delle Forze di Polizia, un provvedimento a costo zero tra l’altro quasi dovuto in attuazione della lontana Legge 121/1981 che prevedeva e prevede di unificare Polizia e Carabinieri sotto il coordinamento del Ministro dell’Interno e la direzione del Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, ovvero il Capo della Polizia, invece, niente da fare neppure questa volta… dalla Finanza creativa siamo passati alla Sicurezza creativa con l’invenzione o meglio l’autorizzazione e istituzione delle cosiddette ronde.

Strutture alternative che, bisogna dirlo, avranno dei costi in quanto siamo in presenza di volontariato finanziato.

Anziché potenziare le dotazioni delle forze di polizia, favorire il turn over di personale, permettere anche agli uffici di provincia di affrontare in maniera adeguata le necessità ed il diritto alla sicurezza istituzionale dei cittadini, si preferisce finanziare vere e proprie campagne militari, campagne pubblicitarie e movimenti più o meno politicizzati.

Si fa passare il principio che per garantire sicurezza non serva efficienza, preparazione ed equilibrio ma sia una cosa da tutti.

Privati cittadini che mettono a rischio la propria incolumità e quella degli altri sostituendosi in qualche modo al sistema prevenzione istituzionalmente attribuito alle Forze di Polizia che escono gradualmente delegittimate da questi provvedimenti più simili a grandi spot pubblicitari che ad un reale rimedio alla recrudenza criminale, all’incertezza della pena ed al colpevole taglio di risorse economiche.

Ribadiamo, infine, che le associazioni di volontari, oltre ad essere del tutto inutili per la sicurezza, creeranno un ulteriore ostacolo per il lavoro delle Forze dell’ordine ed esporranno migliaia di cittadini ai rischi di aggressioni criminali facilmente intuibili; ma, cosa più grave, segneranno di fatto la rinuncia dello Stato alla gestione esclusiva e responsabile di una funzione imprescindibile, essenziale e non cedibile: la funzione di polizia.

In quest’ottica fai-da-te il danno più rilevante viene subito dalle piccole province, dalle Questure come Pistoia ad esempio, che in assenza di risorse, turn over, finanziamenti e progettualità saranno sempre più costrette a fronteggiare i fenomeni di recrudescenza criminale in condizione di grande criticità.

Un esempio a noi molto vicino sono i Commissariati di Montecatini e Pescia infatti nonostante le numerose istanze sindacali inviate al Ministero dell’Interno non sembrano esserci spazi per l’indifferibile adeguamento di organico.

Purtroppo se questo è davvero il percorso definito, sarà davvero difficile garantire adeguati standard di sicurezza, ferma restando tutta la disponibilità ed il grande senso del dovere degli appartenenti alle forze di polizia.

Vogliamo però che i cittadini, coloro che finanziano questo Stato attraverso le proprie tasse, sappiano quale è la realtà rispetto alla sicurezza nel nostro Paese.

Pistoia, 13 marzo 2009                              Il Segretario Generale, Marino D’AGUANNO

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