Caschi U-BOT. Riportiamo il testo della nota inviata lo scorso 31 agosto al Prefetto Marangoni, Vice Capo vicario della Polizia di Stato, in merito alla richiesta di sostituzione dei caschi UBOT

“Signor Vice Capo Vicario, in più occasioni questa O.S. ha, in passato, segnalato l’esigenza di sostituire i caschi UBOT in dotazione ai presidi territoriali. All’uopo, è appena il caso di evidenziare come, nonostante nel decorso mese di marzo, la Direzione Centrale dei Servizi Tecnico Logistici del Dipartimento della P.S. abbia annunciato la distribuzione di 3.000 nuovi caschi e l’arrivo di altrettanti 3000 nei due mesi immediatamente successivi, continuino a pervenire dal territorio segnalazioni concernenti la mancata sostituzione dei vecchi materiali attualmente in dotazione non più idonei per consunzione e cattivo stato d’uso.

In particolare, pur essendo ben noto che sulle Questure grava, ormai, la gran parte dei servizi di Ordine Pubblico, l’Amministrazione pretende di ovviare alla precaria condizione dell’imbottitura interna dei caschi con la distribuzione di “calottine” che sono utili sul fronte igienico sanitario ma assolutamente inidonee ad integrare le caratteristiche di resistenza passiva di un efficace dispositivo di protezione individuale.

Emblematica è la situazione di Trieste e Pisa ove personale in forza all’UPGSP viene impiegato in servizi di ordine pubblico senza alcuna protezione, ma sono molte le situazioni ove la criticità segnalata si eleva ad un grado di particolare gravità a causa delle forte esposizione, derivante dalle situazioni di servizio collegate a stringenti esigenze di ordine e sicurezza pubblica che le realtà periferiche fronteggiano come possono, considerate le esigue risorse a disposizione. Parliamo dei caschi, ma identica situazione di carenza si registra anche per le uniformi ed i corredi operativi.

Particolare citazione, in riferimento all’uniforme, meritano i colleghi appena usciti dai corsi di formazione ai quali, come facilmente riscontrabile, è stato assegnato un corredo ristrettissimo e inadeguato al loro impiego nelle varie articolazioni dell’Amministrazione presenti nelle sedi alle quali sono stati destinati.

Appare sconcertante che puntualmente, agli annunci dell’Amministrazione, non seguano riscontri dotati di congrua visibilità, tanto da ingenerare dubbi sulla stessa autorevolezza delle fonti. Per questa ragione non possiamo fare a meno di “invitare” la stessa Amministrazione a fornire notizie certe in merito allo stato attuale della sostituzione dei dispositivi di protezione, delle uniformi e dei corredi operativi, certi che per il futuro si sappia calibrare meglio l’informazione, alla luce della capacità di rispettare i tempi e venire incontro alle esigenze di servizio.

Non manca nella categoria la consapevolezza delle difficoltà economiche in cui versa il Paese, ma il decoro della funzione e la Sicurezza degli operatori non possono recedere rispetto ad altri termini di confronto.

Nell’attesa di un cortese e urgente riscontro, si confida nell’adozione di sollecite iniziative in ordine alla problematica evidenziata e si rinnovano sentimenti di elevata stima. Cordialmente”.

Roma, 5 settembre 2015                 La Segreteria Nazionale

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