Editoriale del Segretario Generale Felice Romano - Caro giovane sindacalista aspirante parlamentare, crediamo che questa volta tu l’abbia fatta proprio grossa. Ma talmente grossa che nemmeno le tue consuete protezioni potranno evitarti l’assunzione delle responsabilità che scaturiscono da un siffatto gesto.

Da qualche tempo, in modo sempre più stridulo, assordante ed insistente oltre che inconcludente, siamo costretti assistere ad una serie di performance di un sindacalista dell’ultima ora, aspirante parlamentare, il quale, pur di raggiungere il suo scopo, non lesina né esita, non avendo alcun risultato proprio o suo progetto di cui parlare, di criticare gli altri, quasi sempre a sproposito, per tentare di catturare l’attenzione dei Colleghi, coinvolgendo e offendendo gli altri sindacati poiché, a suo dire, essendo egli consapevole che da solo non riesce a concludere nulla, gli altri non vogliono seguirlo.

In questa performance, che si sussegue come un crescendo di rossiniana memoria e nel solco di un puzzle bizzarro come quello di Vittorio Venturino nel suo libro “storie di lucida follia” secondo la tradizione del teatro pirandelliano, l’aspirante parlamentare e novello sindacalista, a corto anche di offese e battute umoristiche, ha pensato bene, nella vana ricerca di continuare a ritagliarsi un ruolo, di sfoderare anche l’arma della menzogna, come nella migliore tradizione del pinocchio di Collodi.

Pur essendo noi dotati di una pazienza di francescana memoria, oggi, dopo quanto accaduto ieri, non possiamo più esimerci, per il rispetto che portiamo verso i Colleghi e verso la Polizia di Stato, dal fare alcuni chiarimenti.

Iniziamo con i dati. La sbandierata e soddisfacente manifestazione di ieri, alla quale, secondo il richiamato aspirante parlamentare (che sembra aver già imparato la parte peggiore della politica poco nobile, ovvero la menzogna...) hanno preso parte 10.000 persone, in realtà è un falso contemporaneo e nemmeno d’autore. Infatti, secondo i dati degli uffici preposti i partecipanti erano circa 1600/1700 (sebbene in un documento ufficiale, forse per bontà di chi lo ha redatto, il numero è stato arrotondato a 2000) grazie alla partecipazione, udite udite, delle seguenti sigle: “Siamo tutti cretini; sostenitori delle forze dell’ordine; sostenitori della Polizia di Stato; meglio poliziotto che delinquente; i link della Polizia di Stato; Poliziotti noi vicino alla gente; Poliziotti Noi; Siamo quelli che nessuno ringrazia; Movimento Poliziotti; Poliziotti FanPage; Sapaf; amici della Polizia Penitenziaria; Forum della Polizia Penitenziaria assegno di funzione e blocco stipendiale; Forze Armate A.C.A.H - All Cops are heroes; Coisp; Consap; Sap; Sappe; Conapo e altri sindacati autonomi della Forestale e della Penitenziaria (fonte SAP)”.

Cosa rispondere al giovane sindacalista aspirante parlamentare con l’ego infinito? Semplice, che prendiamo atto della presenza di numerosissime sigle di associazioni non sindacali, le quali, aderendo per spirito di volontariato, avranno sicuramente contribuito in modo massiccio per riempire il piccolo spazio antistante piazza Montecitorio (che notoriamente è concesso per i presidi e non per le manifestazioni), ma anche del fatto che i conti non tornano!

Ebbene si, caro aspirante, i conti proprio non tornano.  Giacché se è vero che è lungo l’elenco delle sigle delle associazioni che hanno aderito, e quindi molteplice il numero delle persone che hanno portato, è altrettanto vero che tu, caduta la maschera pirandelliana di cui volevi farti scudo con numeri inesistenti (10.000 partecipanti) rispetto alla reale partecipazione (1600/1700), questo vuol dire che non hai avuto un grande seguito. E che ciò corrisponda al vero lo dimostra anche l’artificio che sei stato costretto ad utilizzare per richiamare l’attenzione di qualche giornale (stranamente pare di quelli che sono vicino all’area con cui sembra esista un abbonamento con la tua organizzazione).

Indossare la maglia della divisa dei poliziotti, sebbene sai che ciò è vietato dalla legge ma soprattutto dal buon senso e dalla sana etica di chi ha scelto di servire il Paese, è stato l’unico modo per attirare l’attenzione dei qualche mass media amico poiché, diversamente, nemmeno loro si erano accorti della tua iniziativa.

Caro giovane sindacalista aspirante parlamentare, crediamo che questa volta tu l’abbia fatta proprio grossa. Ma talmente grossa che nemmeno le tue consuete protezioni potranno evitarti l’assunzione delle responsabilità che scaturiscono da un siffatto gesto.

Dal canto nostro, senza pretese e mentre continuiamo a lavorare per ricercare i fondi necessari per rinnovare il contratto e portare a compimento il riordino (che tu non vuoi solo perché l’attuale governo non è del colore che ti piace), ribadendo ancora una volta - così come abbiamo fatto per sbloccare il tetto salariale (al quale TU non hai partecipato PERCHE’ NON CI CREDEVI) – che per noi la manifestazione è e resta lo strumento del nostro agire e non il fine, giacché quest’ultimo è la salvaguardia dei diritti dei poliziotti, lasciaci rammentarti solo una cosa. Controlla la tua innata propensione a fare lo show man e il protagonista del palcoscenico ad ogni costo, ritagliandoti ora un ruolo e subito dopo il ruolo esattamente opposto come nel capolavoro di Pirandello “Uno, nessuno e centomila”, perché questo tuo ispirarti al teatro ti sta portando verso un altro capolavoro dello scrittore siciliano.

Ci riferiamo a “Sei personaggi in cerca d’autore”. Te lo suggeriamo perché, nel teatro pirandelliano, raccolto sotto il titolo emblematico di Maschere nude, si rappresenta la perdita dell’univocità del reale (Così è se vi pare), la dissoluzione dell’identità (Come tu mi vuoi), la pazzia come unica manifestazione della consapevolezza e del rifiuto di ruoli e convenzioni (Enrico IV), il dramma dell’incomunicabilità (Sei personaggi in cerca d’autore), che sono tutte perle per la nostra cultura che dovrebbero insegnarci a non ripetere gli stessi errori.

Giacché, consenticelo, la tua perseveranza potrebbe portarti solo ad essere un personaggio in cerca d’autore con un ego infinito di un ragazzino che, forse, non resterà per sempre impunito.

Roma, 17 ottobre 2015               La Segreteria Nazionale

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