Lettera al Ministro Alfano Riportiamo il testo della lettera inviata da questa Segreteria Nazionale al Ministro dell’Interno al Ministro Alfano. Signor Ministro, il Parlamento Italiano ha definitivamente approvato il disegno di legge concernente l’introduzione dei reati di omicidio stradale e lesioni personali stradali, nonché di “disposizioni di coordinamento al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e al decreto legislativo 28 agosto 2000 n. 274”.

La novella legislativa introduce e disciplina autonomamente fattispecie sino a ieri ricadenti nell’alveo dell’omicidio colposo e delle lesioni colpose prevedendo significativi aggravi di pena in relazione a ipotesi specificatamente individuate e in base alla graduazione della responsabilità e della colpa.

In particolare, in relazione al nuovo reato di omicidio stradale introdotto dall’articolo 589 bis del codice penale, le pene possono arrivare nel massimo sino a 10 anni, con la conseguenza della previsione dell’arresto, obbligatorio nei casi previsti dal secondo, terzo e quarto comma, e facoltativo nelle restanti ipotesi, compresa la fattispecie prevista dal nuovo articolo 590 bis (lesioni stradali).

Le nuove previsioni importate nel codice penale configurano fattispecie che riguardano comportamenti consistenti nel cagionare, per colpa, la morte o lesioni a persona “con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale”.

Al riguardo, pur soccorrendo il contenuto del comma 2 dell’articolo 177 del vigente codice della strada, non si può non considerare il fatto che la costante giurisprudenza della Suprema Corte di Cassazione ha, da tempo, affermato il principio che la citata norma, se sottrae il conducente del mezzo di soccorso alla contestazione contravvenzionale, non lo esime, tuttavia, dal rispetto “delle più elementari norme di prudenza creando pericoli per la circolazione e gli altri utenti (in ultimo Cass. Sez. IV nr. 976 del 13 gennaio 2014).

La formulazione legislativa dell’articolo 589 bis e seguenti legittima, dunque, ogni sorta di perplessità e preoccupazione in relazione alle helping profession, con specifico riferimento alla conduzione e circolazione dei veicoli di soccorso, ed in particolare ai mezzi di Polizia, rispetto ai quali, la nuova normativa non contempla alcuna esimente.

Nel mutato quadro normativo, rispetto alla precedente situazione legislativa, l’assenza di previsioni specifiche, a salvaguardia delle professioni di sicurezza e di soccorso è foriera di conseguenze inedite e pericolose sotto il profilo dell'esposizione degli operatori di Polizia, in caso di colpa, a pene pesantissime e persino all’arresto obbligatorio, la cui esecuzione comporterebbe altresì una situazione di disagio e imbarazzo funzionale tra gli stessi operatori della sicurezza.

Al riguardo, non v’è chi non veda come tutte le incertezze che si profilano, in ordine all’applicazione dei nuovi reati stradali, possano creare seri problemi alle attività concernenti la sicurezza ed il soccorso pubblico, con particolare riferimento alle operazioni di Polizia Giudiziaria ed a taluni delicati servizi quali, ad esempio, le scorte a personalità.

Per le esposte ragioni, a tutela dei nostri rappresentati, sono a chiederLe un deciso intervento, in sede normativa, finalizzato ad evitare che la formulazione legislativa dei nuovi reati di omicidio e lesioni stradali possa comportare conseguenze non volute, ma non per questo meno pericolose sotto il profilo della capacità di minare l’efficienza dei servizi di Polizia e soccorso pubblico e la serenità di quanti prestano quotidianamente la propria attività per garantire la sicurezza del nostro Paese e la libertà dei suoi cittadini.

Certo di un Suo fattivo interessamento, nel rinnovare sentimenti di elevata stima, invio cordialissimi saluti nell'attesa di un cortese riscontro.

Roma, 12 marzo 2016               Felice ROMANO, Segretario Generale SIULP

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