Parlamento rifletta su quanto accaduto a Manchester. Dichiarazioni del Segretario Generale Felice Romano.

Mentre assistiamo a una serie di sanguinosi attentati in tutte le capitali Europee, mentre l’Europa resta basita nelle sue istituzioni e non accenna a nessuna reazione per formare un fronte unitario di tutti i Paesi per fronteggiare la follia omicida di questi stragisti, mentre Manchester e l’intero mondo sono ancora atterriti dall’ultima strage terroristica che ha colpito bambini innocenti in un momento di gioia, in Italia la politica anziché plaudire alla dedizione e alla professionalità delle sue Forze dell’Ordine, che sinora hanno evitato che follie simili si consumassero sul nostro territorio, la politica non trova nulla di meglio da fare che impiegare gran parte del suo tempo per approvare il reato di tortura.

Un reato che se dovesse essere approvato così come sinora conosciuto, ben lungi dall’essere una evoluzione democratica e positiva del nostro diritto penale, poiché è solo una ghigliottina che intimidisce gli operatori delle Forze di Polizia e quelli delle Forze Armate, sarebbe in realtà una vera e propria intimidazione nei confronti di questi servitori dello Stato.

Giacchè rappresenterebbe una vera e propria autostrada senza limiti di velocità per i professionisti del disordine e per gli stessi stragisti.

È veramente questo quello che chiedono gli italiani? O è solo l’appagamento di qualche rappresentante politico che cerca di tacitare la propria rivoluzionaria coscienza in nome di una falsa democrazia e di una instabile e pressoché impossibile integrazione, che però, di fatto, lega le mani a coloro i quali poi quella democrazia e quella integrazione devono garantirla e difenderla dai rischi come quelli di Manchester e dell’ipocrisia di chi propone queste norme.

Ecco perché ha ragione il Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza quando afferma che c’è il rischio che gli operatori delle Forze di Polizia e delle Forze Armate diventino il punching-ball delle tensioni del Paese e della schizofrenia di una parte della politica.

Lo afferma Felice Romano, Segretario Generale del SIULP, commentando le dichiarazioni del Capo della Polizia Franco Gabrielli sul reato di tortura. Non abbiamo mai fatto difese d’ufficio, sottolinea Romano e il SIULP è stato tra i primi a denunciare comportamenti scorretti quando andavano oltre il legittimo utilizzo della forza nell’esercizio del proprio dovere.

Ma da qui ad una condanna preventiva in una logica secondo la quale le Forze dell’Ordine sono sempre colpevoli di un reato abominevole quale è quello della tortura, ce ne passa. E ce ne passa anche tanta di acqua sotto i ponti, giacchè tutti coloro i quali invocano il reato di tortura ancora non hanno dato una “ricetta” su come fare per arrestare quella violenza omicida senza l’uso della forza.

Ecco perché la forza è prerogativa dello Stato e tale deve rimanere. Se si perde questo principio si da il semaforo verde ai terroristi e ai professionisti del disordine.

Ecco perché, conclude Romano, il SIULP si schiera senza se e senza ma con il Prefetto Gabrielli a difesa dei poliziotti contro questo tipo di reato di tortura.

E lo fa non per una difesa a prescindere della categoria ma perché da sempre è e resterà paladino della democrazia e dei diritti costituzionali. Compreso quello della presunzione di innocenza anche quando è riferita agli appartenenti alle Forze dell’Ordine.

Roma, 25 maggio 2017

Lanci agenzia

Tortura: Siulp, legge sarebbe intimidazione forze polizia (ANSA) – ROMA, 25 MAG – “Mentre assistiamo a una serie di sanguinosi attentati in tutte le capitali europee, in Italia la politica anziché plaudire alla dedizione e alla professionalità delle sue forze dell’ordine, che sinora hanno evitato che follie simili si consumassero sul nostro territorio, la politica non trova nulla di meglio da fare che impiegare gran parte del suo tempo per approvare il reato di tortura”. Lo dice Felice Romano, segretario del sindacato di polizia Siulp. “Un reato che, se dovesse essere approvato così come sinora conosciuto – sottolinea Romano – ben lungi dall’essere una evoluzione democratica e positiva del nostro diritto penale, sarebbe in realtà una vera e propria intimidazione nei confronti di questi servitori dello Stato. Giacchè rappresenterebbe una vera e propria autostrada senza limiti di velocità per i professionisti del disordine e per gli stessi stragisti”. Ecco perché, aggiunge, “ha ragione il capo della Polizia quando afferma che c’è il rischio che gli operatori delle forze di polizia e delle forze armate diventino il punching-ball delle tensioni del Paese e della schizofrenia di una parte della politica”.

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