Occorre risposta immediata per tutela dello Stato e dei suoi rappresentanti.

L’inaudita e violenta aggressione perpetrata ai danni delle Forze dell’Ordine durante la manifestazione di alcuni centri sociali a Piacenza, nel corso della quale un folto gruppo di violenti professionisti del disordine ha percosso, ferendoli, un gruppo di Carabinieri, è l’ennesimo atto di violenza e di aggressione allo Stato democratico e a chi lo rappresenta indossando un uniforme.

Questa volta l’inaccettabile e inaudita violenza è frutto, non solo della totale impunità di cui godono da troppo tempo questi professionisti del disordine e rispetto alla quale, il Siulp sta chiedendo, da anni, un intervento normativo mirato per farla cessare atteso che la stessa politica ha varato il reato di tortura per le forze dell’ordine, ma anche dell’imbarbarimento del populismo che sta manifestandosi nella campagna elettorale appena iniziata.

Un fatto gravissimo, e per la sua estensione senza precedenti, che va immediatamente arrestato per il bene e la tutela della democrazia e dell’intero Paese.

Lo afferma in una nota Felice Romano Segretario Generale del Siulp, nel commentare la gravissima aggressione verificatasi ieri a Piacenza durante la manifestazione organizzata, in quella città, da alcuni centri sociali.

Esprimo solidarietà incondizionata e vicinanza ai colleghi vittime di questo vile atto perpetrato nei confronti, non solo delle donne e degli uomini in uniforme ma soprattutto contro in nostro Stato democratico; così come non generalizzo nell’affermare che questi comportamenti sono propri di tutti gli appartenenti ai centri sociali o altre associazioni di connotazione politica diversa ed opposta ma condanno fermamente questi vili personaggi che, mascherati e forti della totale impunità che l’attuale quadro normativo gli consente, imperversano aggredendo chi rappresenta lo Stato convinti che a loro tutto sia concesso in nome di un equivoco che la politica sta generando attraverso l’imbarbarimento del populismo che utilizza nella campagna elettorale e rispetto al quale chiediamo una ferma condanna accompagnata da comportamenti che tolgano ogni dubbio e qualsiasi opportunità a questi delinquenti di poter continuare con i loro atti violenti.

Quando si aggredisce una donna o un uomo in uniforme, si aggredisce lo Stato. E lo Stato, e non i singoli rappresentati, ha il dovere prima ancora che il diritto di difendersi con ogni mezzo per tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica ma prima ancora la democrazia e le Istituzioni che la incarnano.

Ecco perché, prosegue Romano, occorre una risposta immediata del potere legislativo e di tutta la politica che lo incarna attraverso ‘l’istituzione di un reato proprio che preveda il carcere per chiunque aggredisca le donne e gli uomini in uniforme della Forze dell’Ordine e ne preveda la detenzione in carcere per un congruo periodo stabilendo una pena minima non inferiore a tre anni di reclusione.

E’ l’unico modo che lo Stato ha di far comprendere che nella nostra democrazia, così come stabilito dalla Costituzione, tutti hanno il diritto di manifestare il proprio dissenso, nel rispetto delle regole e delle leggi che presiedono al quieto vivere sociale sapendo in anticipo che chi le viola e aggredisce i rappresentanti dello Stato, ovvero le Forze dell’Ordine, ne risponderà con l’arresto e la detenzione in carcere.

Se così non sarà, conclude romano, considerato che è complicato immaginare che i toni dell’attuale campagna elettorale possano contenersi, eliminando l’imbarbarimento del populismo e il populismo stesso, non c’è dubbio che le nostre piazza, così come già avviene in tutte le strade quotidianamente, dove gli appartenenti alle Forze dell’Ordine sono costantemente oggetto di aggressioni per la certezza della impunità che chi le fa ha, diventeranno teatro di guerriglie anziché del confronto politico sui programmi che i vari schieramenti presenteranno per catturare il consenso degli elettori. Se così sarà la politica ne sarà responsabile e questa volta non potrà dire che non lo sapeva.

Roma, 11 febbraio 2018                      La Segreteria Nazionale

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