Sono passati cinquant’anni dall’ingresso delle donne nella Polizia di Stato italiana. Dal 1960 le poliziotte italiane sono oltre 14.000, impegnate in prima linea nella prevenzione e nel contrasto alla criminalità comune ed organizzata.

Le donne attive nella Polizia sono raddoppiate negli ultimi vent’anni e rappresentano una presenza diffusa nel territorio e nelle specialità che ha contribuito non poco all’affermazione di una immagine della Polizia di Stato moderna, aperta al sociale e al servizio della gente.

Si tratta di donne che mettono in essere un impegno straordinario riuscendo, tra l’altro, quotidianamente a conciliare incombenze difficili derivanti da una attività lavorativa molto particolare con le esigenze legate alla vita privata e parliamo di aspetti affettivi e familiari.

-A sottolineare l’importante contributo alla sicurezza del Paese cui dà un apporto indispensabile il personale femminile della Polizia di Stato, grazie al valore aggiunto della loro umanità, sensibilità nonché caparbietà e tenacia, nel giorno dell’evento organizzato a Massa  è Francesco REALE, Segretario Generale del SIULP Toscana-

Occorre, però fare ancora molta strada nella società e all’interno dell’Amministrazione in quanto la posizione della donna in Polizia continua ad essere ancora, in alcuni casi, piuttosto svantaggiata.

La donna è spesso anche mamma e non si possono non considerare gli aspetti sociali della maternità, con tutto quello che può derivare in termini di orari e turni differenziali per poter accudire i figli.  

Se non è facile conciliare il lavoro con le esigenze della vita privata, ancor più impegno viene richiesto per conciliare il ruolo di poliziotto con quello di madre, di moglie o compagna in modo particolare quando una donna è assegnata a servizi esterni, servizi di ordine pubblico ed orari scomodi per dedicarsi ai figli, al marito o al compagno ed alla casa.

La lavoratrice di Polizia deve allenarsi ad una vita movimentata ad ostacoli.

Se per alcune donne la differenza di sesso non incide sul lavoro ed i rapporti con i colleghi sono ottimi e paritari per altre rappresenta ancora oggi un ostacolo il farsi accettare dai colleghi uomini.  Infatti, per essere al pari dei colleghi succede sovente che la donna debba essere il doppio più brava, sempre in guardia correndo due rischi: il primo quello di essere sottoposta ad un continuo stress ed il secondo di omologarsi al modello maschile perdendo di fatto la propria identità.

In conclusione le donne in Polizia continuano ad essere sottoposte a continui esami e difficoltà su più fronti.

Il SIULP, da sempre sensibile alla tutela del lavoratori di Polizia come al concreto piano di tutela delle pari opportunità per una categoria tra le più preziose e produttive del Paese, coglie questa occasione pubblica per manifestare un sincero plauso alle nostre colleghe!

Concludendo, un dato è inconfutabile, se oggi la Polizia di Stato ha raggiunto un livello di apprezzamento nella società che la pone al primo posto tra le istituzioni, uno degli elementi che lo ha permesso è la presenza delle donne.

Firenze, 7 marzo 2010                           Il Segretario Generale, Francesco REALE      

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