FIRENZE. Una pattuglia ogni cento e più chilometri, organici ridotti all’osso, vetture obsolete (ad eccezione di quelle fornite dalla Società Autostrade), volanti costrette a inseguire chi non paga il pedaggio al casello e a sgombrare l’autostrada dai detriti provocati dagli incidenti, indennità pagate con anni di ritardo.

 

La Polstrada dovrebbe essere l’occhio onnipresente pronto a soccorrere gli automobilisti in difficoltà e a sanzionare pesantemente i conducenti indisciplinati, ma parlare di «tolleranza zero» su strade e autostrade toscane è davvero difficile, dopo la cura dimagrante imposta dai vari governi che si sono succeduti negli ultimi anni.

Ci sono in Toscana dei distaccamenti della Polstrada che hanno gli organici dimezzati, come quello di Viareggio, originariamente destinato alla chiusura, insieme alle sezioni di Portoferraio e di Volterra, ma che sopravvivono a ranghi largamente ridotti e altri che comunque lamentano una carenza di uomini.

Il risultato è che di pattuglie in giro non se ne vedono molte: «Mediamente c’è una pattuglia ogni cento chilometri - afferma Francesco Reale, segretario toscano del Siulp - e il fatto di vedere poche macchine della Polstrada non induce certo alla prudenza gli automobilisti più indisciplinati. Se si continua così, le autostrade toscane rischiano di diventare terra di nessuno».

Il tratto toscano dell’Autosole è presidiato, per ogni turno, da due o tre pattuglie e, considerando la lunghezza e la pericolosità del percorso, non si può certo dire che siano molte. Sulla Collesalvetti-Rosignano mediamente abbiamo una pattuglia a turno e lo stesso sul tratto toscano della Genova-Livorno, mentre sulla Variante Aurelia ce ne sono generalmente due, una tra Livorno e Riotorto e un’altra nella parte meridionale. Le cose vanno meglio sulla Fi-Pi-Li, ma a discapito dei controlli su altre arterie.

La Fi-Pi-Li, infatti, è controllata nei vari tratti, a rotazione, dal personale di diverse sottosezioni e distaccamenti per cui si alternano le auto di Livorno, Pisa, Empoli e perfino di San Marcello. «Il problema è che la coperta è troppo corta - aggiunge Reale - e se la si tira da una parte ci si scopre dall’altra e così, quando la pattuglia della Stradale di San Marcello va sulla Fi-Pi-Li, a presidiare le strade della Montagna pistoiese restano solo carabinieri e vigili urbani».

A causa della carenza di personale addetto alla manutenzione - precisa Reale - in caso di incidente gli agenti sono costretti a prendere paletta e ramazza per ripulire l’asfalto dai detriti in modo da far riprendere più rapidamente il traffico. Un’altra incombenza ai limiti dei compiti d’istituto è quella di inseguire le auto che al casello non pagano il pedaggio».

 Insomma, si rincorrono gli utenti morosi, si spazza l’asfalto, si segue qualche carico eccezionale che ancora non si avvale di una scorta privata, poi ci sono i servizi per agevolare il trasporto di organi, le scorte alle autorità per agevolare il transito in caso di traffico congestionato, e il tempo per controllare gli automobilisti spericolati è sempre minore. Ma le doglianze non finiscono qui: l’indennità che la Società Autostrade paga con regolarità si perdono tra il ministero degli Interni e quello del Tesoro e così gli agenti attendono ancora il pagamento delle spettanze da aprile 2006 ad oggi.

21 agosto 2008

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