"Il sindacato Siulp denuncia che con le nuove uniformi in tessuto sintetico la calura è insopportabile" di Gabriele Firmani. Si suda nelle nuove divise della polizia, fatte con tessuti sintetici.

E allora tanti agenti hanno preferito rispolverare quelle vecchie: stinte, logore ma - essendo in cotone - almeno più fresche. Succede anche questo nell'Italia dell'austerity, dei tagli selvaggi. Ed è ovvio che la polemica scoppi in piena calura estiva, con la colonnina di mercurio che non scende sotto i 35 gradi.

Giacche e pantaloni in dotazione alla Polizia di Stato sono inconciliabili con il solleone. Ecco che gli agenti in servizio a bordo delle volanti, i nella polizia stradale e ferroviaria, addetti a servizi di vigilanza, o in ruolo nelle Questure, sono di fatto costretti a ripescare dall'armadio le vecchie divise distribuite negli anni Novanta, ancora tutte completamente realizzate in puro cotone: «Una situazione - attacca il segretario regionale del Siulp, Francesco Reale - che rende bene l'immagine di quale sia l'attuale livello di sbandamento all'interno dell'amministrazione centrale del nostro corpo, che non ricerca neanche più, per programmare dei nuovi approvvigionamenti di vestiario, livelli di qualità al minimo compatibili con le reali esigenze operative riscontrate dagli agenti in servizio sul territorio».

Se risparmiare si deve - dice il Siulp - troviamo però un modo più intelligente per farlo. «Ripensiamo, ad esempio - dice Reale - all'effettiva utilità di mantenere l'attuale composizione della divisa d'ordinanza: pantalone, camicia, giacca e cravatta anche d'estate.

Non sarebbe meglio, e anche più economico, sostituirla con una polo in cotone, magari con un berretto sportivo?».

Invece non si fanno eccezioni, la dura legge del risparmio vale per tutti.

Non si salvano neppure gli agenti autorizzati, in situazioni di operatività, ad indossare durante i mesi estivi la cosiddetta "divisa atlantica": camicia a manica corta e pantaloni, anch'essa in tessuto sintetico (20% poliestere, 80% cotone).

Ma anche loro hanno caldo. E così rispuntano dagli armadi camicie vecchie anche di vent'anni, diventate oramai di colore violaceo al posto del precedente blu scuro, e con la scritta "Polizia" scolorita.

C'è poi l'ultimo aspetto, che fa sconfinare la vicenda nel paradosso. Se anche uno volesse indossare le nuove divise e sfidare il caldo di questi giorni, avrebbe problemi a farlo: i capi sono spesso introvabili.

«Aldilà del fatto di organizzare la vestizione estiva a fine luglio, già di per sé un oltraggio al più elementare degli spiriti organizzativi - sottolinea il segretario aretino del Siulp, Walter Dell'Arciprete - si segnala poi la totale mancanza dei capi di vestiario: disponibili vi sono soltanto un numero estremamente ridotto di taglie di camicie e di giacche estive e nessun tipo di pantalone per la stradale.

Una situazione - aggiunge - che rende obbligatoria per i nostri uomini, la strada dell'acquisto in proprio, presso i negozi autorizzati, di giacche e pantaloni per mantenere ai minimi livelli di decenza e di decoro il corpo a cui apparteniamo».

Il Tirreno - 08 agosto 2013

Articolo de Il Tirreno

 

 

 

 

 

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