Il rapimento di Aldo Moro è stato uno dei momenti più critici e tragici avvenuti in Italia. Moro era un fine politico di spicco, leader della Democrazia Cristiana.
Tra i fondatori della Democrazia cristiana e suo rappresentante alla Costituente, ne divenne segretario (1959). Fu più volte ministro e come presidente del Consiglio guidò diversi governi di centro-sinistra (1963-68), promovendo (1974-76) la cd. strategia dell'attenzione verso il Partito comunista.
Il 16 marzo 1978, mentre si recava alla sede del partito a Roma, Moro fu rapito da un gruppo terroristico noto come le Brigate Rosse che, messo in opera ad un vile agguato, sterminò la sua scorta.
Il rapimento di Moro durò 55 giorni, durante i quali le Brigate Rosse tennero lo statista in ostaggio in un nascondiglio. Durante questo periodo, il governo italiano cercò di negoziare con i rapitori per la liberazione di Moro, ma le trattative furono infruttuose.
Il 9 maggio 1978, le Brigate Rosse uccisero Moro e abbandonarono il suo corpo in una macchina nel centro di Roma.
Quarantacinque anni fa, infatti, il cadavere del presidente democristiano Aldo Moro viene ritrovato nel portabagagli di una Renault rossa che le Brigate Rosse hanno parcheggiato in via Caetani, a Roma, a metà strada tra le sedi della Dc e del Pci. Si conclude così la più fosca vicenda della Prima repubblica, iniziata il 16 marzo con il rapimento di Moro e la strage di via Mario Fani.
Il suo sequestro e il successivo assassinio rappresentano uno dei momenti più tragici della storia italiana contemporanea e hanno avuto un impatto significativo sulla politica e la società del Paese.
Una lunga scia di sangue che ha attraversato 40 anni della nostra storia. Molti appartenenti alle Forze dell’ordine, magistrati, giornalisti, personaggi politici e semplici cittadini sono morti a causa della follia eversiva di feroci assassini. Tra questi ricordiamo oltre 60 poliziotti. Il nostro pensiero va oggi a tutti loro e alle loro famiglie.
Roma, 9 maggio 2023
