Romano (Siulp): “L'identificazione delle persone è l’essenza dell’attività di Polizia. Basta gridare sempre al complotto antidemocratico”. 

Ieri, un gruppo di persone si era radunato a Milano in Corso Como davanti la targa dedicata a Anna Politkovskaya, per deporre dei fiori in ricordo di Alexei Navalny. Subito dopo sono stati identificati da personale della Polizia di Stato.

Il Segretario Generale del SIULP, Felice Romano, sottolinea la gravità delle reazioni lette su alcuni organi di stampa: “Sgombriamo il campo da ogni equivoco – sottolinea Romano – non ci sono mai state, né ci sono state mai imposte direttive politiche su come e chi identificare nell’ambito dei servizi di sicurezza preventiva e dei controlli che come Polizia di Stato eseguiamo quotidianamente su tutto il territorio nazionale. Il controllo delle persone e la loro identificazione, a prescindere dalle sensibilità politiche o dai tuttologi di turno, sono un aspetto imprescindibile, prezioso ed insostituibile nei servizi di controllo del territorio e nei dispositivi di sicurezza. Essi vengono eseguiti non appena l’operatore ne ravveda la necessità”.

“Il controllo e la relativa identificazione di una persona – continua Romano – non recano in alcun modo limiti alla libertà della stessa. Anzi, essa rientra nei doveri fondamentali di chi ha il dovere di garantire la salvaguardia della sicurezza del nostro Paese. E ne sono testimonianza numerosissimi eventi che hanno caratterizzato la nostra storia recente. Fu grazie ad una semplice identificazione che fu arrestato Anis Amri a Sesto San Giovanni.

Il 24enne tunisino era ricercato in tutta Europa per la strage ai mercatini di Natale di Berlino. O come pure grazie ad un controllo di persone su un treno regionale che nel 2003 fu sferrato ai nuovi vertici delle Brigate Rosse un colpo letale con l’arresto di Desdemona Lioce, oltre che all’uccisione di Mario Galesi. Fatto quest’ultimo che porto alla morte del collega Emanuele Petri. La storia è piena di catture e arresti eccellenti ottenuti grazie al controllo e all’identificazione dei cittadini”.

“Ecco perché – conclude Romano – l’istituto dell’identificazione non solo non rappresenta nessun complotto o deriva antidemocratica quanto bensì una azione preziosa ed insostituibile per tutto il personale in uniforme e a garanzia della libertà di tutti i cittadini.

Ci auguriamo pertanto che si smetta di gridare al complotto ogni qual volta le forze di Polizia operano un controllo, giacché l’unico vero rischio che si corre è quello di incoraggiare chi ha qualcosa da nascondere”.

Roma, 19 Febbraio 2024                     La Segreteria Nazionale

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